lunedì 12 settembre 2011

Conversando con Maria Lazzara.

Maria Lazzara, come si è detto, è un'attrice di grande talento e di grande spessore artistico, ma non solo, poiché è anche autrice, interprete e sceneggiatrice di valore, in pratica ha saputo coniugare la passione per l'arte con quella per la professione pura dell'artista a tutto tondo.

Per conoscerla meglio e per permetterle di raccontare più dettagliatamente la sua vita, le sue esperienze, la sua arte ed il lavoro che ne ha caratterizzato la bravura e certamente il talento, la intervisto con grande piacere.

Ciao Maria.
Grazie per aver accettato questa breve intervista. Ti chiedo innanzitutto di parlarci della tua passione per l'arte in genere oltre che per le specializzazioni che ti hanno vista protagonista in settori quali la recitazione e la sceneggiatura.

RISPOSTA:
Grazie a te, che mi dai la possibilità di trasmettere il mio amore per l’arte e di raccontare la mia esperienza.
Io non sapevo di avere questi talenti. Per caso mi scoprì una mia ex amica che per gioco, si dilettava a fare temi astrali e calcolando alla meno peggio ascendente e segno zodiacale, mi disse che erano i miei assi vincenti. Io fino a quel momento pur essendo attratta dal cinema non sapevo nulla di questo mondo. E seppur scettica, durante la lettura di Ritratto di Dorian Gray, romanzo di Oscar Wilde, ho avuto una specie di deja vu e mi sono vista interprete e attrice in contemporanea. In contemporanea trovai un opuscolo che pubblicizzava un laboratorio teatrale in una scuola media e per curiosità ho deciso di frequentare, in privato, sia il corso di regia che quello di recitazione come primo livello. Già alla prima stesura ottenni un applauso per la sceneggiatura, che era un riadattamento di "Sogno di una notte di mezza estate". Non ho dovuto fare alcuna correzione e funzionò già dalle prime battute sia per gli attori esordienti che per quelli che già avevano esperienza teatrale. Come attrice ho iniziato con la Commedia dell’Arte, dove fino a poche ore dall’esibizione, non sapevo nulla del Canovaccio, e me lo sono  scritta da sola. Ho interpretato un Vecchio Magnifico, con la maschera in pelle, col caldo afoso sui 40°.  La difficoltà è stata notevole: superare la mia timidezza, la paura mentre dovevo fare qualche piccola acrobazia. Ma sono riuscita ad ottenere la "standing ovation", utilizzando un dialetto siciliano e dei suoni tipici della Commedia dei Guitti, più animaleschi che umani.

Cosa ti ha appassionato maggiormente nella tua vita: recitare o scrivere?
RISPOSTA:
Sono molto emozionanti entrambi e li vedo molto correlati; in quanto hanno in comune: obiettivo, azione e risoluzione del conflitto. Come i metodi più famosi c’insegnano. Come attrice ho avuto la soddisfazione di avere standing ovation al Teatro Margherita di Caltanissetta, dove ho recitato nella parte della sposa surreale, pur avendo contribuito alla stesura della sceneggiatura. Io utilizzo la recitazione per trovare un adattamento personalizzato all’attore, in quanto è un metodo sperimentale. Ed inoltre amo trasformare ogni dramma in commedia e viceversa, cambiando i punti di vista.

Sei stata attrice di teatro e di cinema: due ambienti e due settori molto diversi tra loro, ma amabili allo stesso modo. Quale dei due mondi ha maggiormente forgiato la tua carriera dandoti maggiori soddisfazioni anche lavorative?
RISPOSTA:
Il teatro, in quanto scaturisce da un impatto immediato col pubblico, dà il senso dell’energia che si riesce a dare e che si riceve, che comunque è un’esperienza fortissima che comunque vada, scombussola la sfera emotiva dell’attore, essendo il copione una metafora da esibire. Penso che tuttavia essendo uno spirito libero e alquanto contro corrente, ho bisogno dei miei spazi creativi e non standardizzati da un emblema di bellezza fisica, che comunque richiede impegno, e cure costanti e costose per mantenere un certo aspetto esteriore. Per cui prediligo investire nella scrittura, dove non va avanti né la raccomandazione, né il proprio sex appeal, ma alla fine il pubblico sovrano decide chi é meritevole. Le soddisfazioni lavorative non si hanno subito, ma bisogna “sudare” e fare “gavetta” e credere sempre che se si va avanti è un sogno che si può realizzare, che prima o poi qualcuno capirà quanto vali.

Sei anche un'interessante sceneggiatrice: com'é stato scrivere soggetti per il cinema? Quali sensazioni, quali emozioni si provano a decidere quasi della vita di un prodotto cinematografico quale un film?
RISPOSTA:
Personalmente, faccio meno fatica a scrivere che a recitare, una volta acquisita la tecnica della scrittura creativa, viene quasi automatico scrivere per un prodotto cinematografico e o teatrale. Sembra di creare una propria creatura che si ama con tutti i pregi e i difetti che gli si attribuiscono. Magari spesso rappresenta il contrario della realtà ed è proprio questo che contribuisce ad intrigare una storia o soggetto che sia. Una volta che si abbozzano le prime righe, si parte e si fa fatica a fermarsi poi; è come se la storia acquisisse una vita propria, diventa magica, così come le emozioni che chi scrive riesce a trasmettere.

Infine, parliamo dei tuoi E-Book, cosa ti ha spinto a scrivere queste opere e soprattutto come mai hai scelto la versione E-Book ancora molto, anzi troppo innovativa nel nostro Paese, ma di certo molto interessante e dalla visione futurista.
RISPOSTA:
Queste opere le ho scritte perché oltre alla scrittura creativa amo anche il sociale e scrivo progetti di fattibilità ecosostenibile e per lo sviluppo del turismo in Sicilia, specialmente nel cuore del territorio. Vero è che chi ha “l’occhio filmico”, sia per quanto riguarda la progettualità che per la cinematografia è un futurista. Ciò lo dimostra che anni fa parlavo di unire teatro, cinema e turismo a Caltanissetta e mi guardavano come se fossi un’aliena. Parlavo di unire teatro cinema e sociale, ma le idee spesso sono rubate e l’E-Book comunque rappresenta una garanzia, per l’autore. Chi vuole, può farsi mandare, a casa propria, una versione cartacea dell’E-book, senza spese di spedizioni. Che sono dei veri e propri progetti, rispettivamente: "Racconti per sceneggiare" è una bella premessa per iniziare da  tanti   racconti ad una sceneggiatura, mentre "Operatore socio assistenziale" è un progetto, adattabile in ogni zona, per fare un baby parking e le annesse attività ludiche, anche in territori con desertificazione!

Intervista di Tiziana Iaccarino.

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Storie d' autore: Un balcone sul cortile

Maria Lazzara